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176 | l'amuleto |
ordinai di condurmela subito senza perder tempo. Baciai Alessio che si era aggrappato alle mie gonne e che si pose a gridare:
— Mamma, perchè piangi?
Io non lo sapevo; non mi ero accorta di piangere.
Feci i miei preparativi con una grande commozione, avvertendo che avrei condotto a casa l’orfanella per quella notte e raccomandando all’Orsola di apparecchiarle una camera.
Quando giunse la carrozza vi salii, seguita dai consigli dei miei buoni vecchi che mi esortavano a ripararmi bene e a tenere chiusi i vetri. Poco più di mezz’ora ci separava dalla Querciaia ma ne impiegammo quasi il doppio a rompere una via in mezzo alla neve che il freddo intenso aveva congelata e sulla quale volavano affamati e rattristanti i pochi superstiti di una tribù di corvi.
In quel paesaggio squallido, non più velato dalle folte piante e dai rosai, la