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l'amuleto | 151 |
davanti agli occhi. Egli mi domandò: “Vi sentite male?„ con un tale accento che se avessi dubitato delle sue intenzioni me ne doveva rendere certa. Risposi che soffrivo da qualche tempo di capogiri, che li attribuivo alla mia vita troppo rinchiusa. Ardevo di chiedergli dei particolari su quelle signore, ma me ne guardai bene. Egli che aveva tanto desiderio di darmeli quanto io di saperli me li lasciò cadere dall’alto con preziosità ostentata.
Disse che la signora era vedova di un colonnello, che era molto distinta, che sembrava assai delicata di salute; che la figlia le usava i più teneri riguardi, che era un piacere vederle insieme strette dal più soave degli affetti e così dignitose nella loro solitudine.
Feci subito la riflessione che amavo tanto anch’io il mio piccolo Alessio, che eravamo noi pure ben soli, peggio ancora che soli, abbandonati: e un gruppo di lagrime mi costrinse a sbattere le palpebre, tossendo, sof-