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sieme, nel bosco delle acacie dove una sera mi ero sentita invasa dai suoi ideali, alla finestra che sembrava aver ritenuto l’eco della sua voce prorompente nel silenzio della notte, sul guanciale in cui avevo soffocati i primi singulti del mio amore. Strana e dolorosa ironia, finchè Egli mi era vicino e fedele non mi ero accorta di amarlo; ora, ora divampava l’incendio, ora che lo perdevo!

Un acuto martirio diventarono da allora in poi i nostri colloqui, dove al simpatico abbandono subentrava la diffidenza e l’osservazione continua. Il non venir più alla sera, in quell’ora che sembra stringere più dolcemente gli affetti, mi dava una vera e profonda malinconia. Sembrava una tacita conferma della sua minaccia: Non mi avrete mai più così, mai più!

Soffrivo e non volevo mostrarglielo; piangevo in segreto e mi presentavo a Lui sorridente e gaia; ma a tutto il mio lavorio di indifferenza Egli ne op-