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l'amuleto | 129 |
— Penso, signora (l’Orsola in presenza di altri, fosse pure solamente Alessio, non usava mai il tu) che avrebbe fatto meglio a non muoversi.
— Forse hai ragione.
— Vuol tornare a letto?
— Aspettiamo ancora un momento...
Tenevo Alessio contro i miei ginocchi mostrandogli le figure di un libro di storia naturale, ma ero agitata per modo che non riuscivo a voltare i fogli: a un tratto dissi:
— Deve essere ben tardi!
— Sicuro che è tardi — replicò la mia buona Orsola, insistendo nella sua idea — appunto per questo deve coricarsi.
Mi alzai, inquieta, senza rispondere e andai ad appoggiarmi al davanzale della finestra dalla quale si scorgeva il viale in tutta la sua lunghezza e le aiuole del giardino peste e malconce.
— Poveri alberi, poveri fiori, come sono ridotti! — esclamai compassionando essi e il mio cuore insieme.