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118 | l'amuleto |
amarezza che lo colpì. Si rizzò in piedi, col volto disfatto, cogli occhi torvi.
— Badate, quest’ora era vostra. Non mi avrete mai più così, mai più!
Chinai il capo sotto la misteriosa minaccia, stringendomi le braccia contro la vita con dei brividi di freddo; nè so quanto tempo passasse. Un lampo venne d’improvviso a rischiarare il buio vano della finestra; allora lo pregai dolcemente di andare a casa.
Ritto e fiero nel mezzo della stanza, sembrava che Egli combattesse internamente una dura battaglia e già piegava ancora verso di me, già aveva una supplica negli occhi.
— Andate, andate, andate.
Io ridissi questa preghiera, cercando l’accento più persuasivo, più fermo e più dolce insieme.
Uscì senza far motto. Lo seguii fino ai piedi della scala, disfatta, reggendomi a stento, udendo con terrore la pioggia che incominciava a cadere.
Aperse la porta mentre uno scoppio