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l'amuleto 117


Oh! ma come avrebbe potuto rispondere? Era pallido, di un pallore azzurrognolo, e i suoi occhi avevano una tale espressione di smarrimento che indietreggiai sbigottita. Egli si pose in ginocchio e nascondendo il volto nel mio abito vi soffocò una parola che non intesi.

Mi sentivo diventar di gelo, colla sensazione di una sofferenza diffusa in tutto il mio essere e poichè la sua testa stava sempre sui miei ginocchi e le sue braccia si alzavano verso di me implorando, mi gettai indietro col busto, irrigidita dal terrore, cercando di sfuggire il suo contatto.

— Vi ispiro tanta ripulsione? — mormorò ancora la sua voce stranamente alterata.

— No, no, ma lasciatemi! — gridai in un impeto di paura, di dolore, di avvilimento.

— Myriam, vi amo.

— Non è vero.

Pronunciai queste parole con una