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un velo bianco che mi ero levata dal collo nei momenti della maggior caldura e lo teneva fra le mani brancicandolo, mi parve, con una nervosità insolita.

Temetti di averlo annoiato col mio silenzio e gli rivolsi la parola. Egli non mi rispose che con un monosillabo inconcludente. Allora, poichè una corrente fresca aveva rotto improvvisamente l’aria, volli riprendere il mio velo ed Egli me lo cedette a stento, sempre senza parlare, con uno sguardo smarrito che non gli avevo mai visto. L’aria doveva essere molto mutata se, annodandomi intorno al collo il piccolo velo avvertii una sensazione assolutamente piacevole, tanto che lo strinsi e strinsi vieppiù per sentirmelo meglio contro la pelle.

— Il tempo muta, dissi poi, incominciando a provare l’inquietudine di un silenzio troppo prolungato.

Mio cugino sollevò gli occhi, guardò il cielo qua e là, rispose: Può darsi.