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— Soffrite? — domandò prendendomi il polso.

— Siete anche medico? — domandai alla mia volta sorridendo e senza aspettare la sua risposta soggiunsi — No, sto bene.

Stavo in quel momento veramente bene, con una dolcezza che mi allacciava tutta, per cui anche lo spossamento prodotto dal caldo si mutava in un simpatico languore.

— Che cosa avete fatto oggi? tornò a chiedere Egli, riconducendo delicatamente il mio polso sovra i miei ginocchi.

Dovetti rispondere anche questa volta, come tante altre, nulla, quantunque fosse così vivo in me il desiderio di potergli raccontare cose grandi e belle. E cademmo nel silenzio, strano silenzio che sembrava crescere in proporzione del desiderio di parlare ma che era tanto dolce, dolce come non saprei dire.

In quello stesso posto, accanto ai