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mentre l’Orsola si diffondeva in esclamazioni e Alessio faceva dieci domande ad ogni minuto. Mi scendeva sopratutto intimo e inebbriante al cuore il piacere che trapelava dagli occhi e dalla voce di mio cugino; quantunque Egli non abbandonasse il contegno riserbato che era in lui duplice effetto di educazione e di natura, sentivo nella mia dolcezza la dolcezza sua. Non so fino a quando sarebbe durata l’estasi di quella visita se l’orologio suonando non ci avesse ammoniti che il tempo passava.

— Signore Iddio — fece Orsola — come è tardi!

Ci accomiatammo sorridendo, un po’ trasognati, come presi da un incanto. Prima di uscire dal giardino Egli si accostò a un cespo di rose carnicine e staccandone un fiore me lo porse.

— È la rosa della mia bisavola — disse.

Non vidi la strada del ritorno. Pietro ci aspettava dieci passi fuori della porta, guardando ora a destra ed ora