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l'amuleto 99


nella casa piena di Lui, sentivo l’orgoglio e la soavità insieme d’essergli parente.

Una scaletta esterna mascherata sotto le rose ci condusse nel giardino ampio e riccamente ombreggiato.

— Dovete dimenticare — disse mio cugino — il viale così ben tenuto della vostra villa per trovare qualche vaghezza in questa boscaglia.

Non ero di tale opinione. Qualsiasi altro giardino non avrebbe vestito meglio la casa bizzarra alle cui muraglie nere salivano i tralci dei rosai con una violenza di fioritura che nessun artificio frenava. Era un irrompere di rose di tutti i toni, di tutti i colori, bianche, scarlatte, gialle, che si aggrovigliavano in libera scelta, ottenendo effetti impreveduti di contrasto e sinfonie armoniche che l’arte più sottile non avrebbe neppure immaginato e dietro a queste rose le alte querce si profilavano sulla trasparenza del ciclo, solenni e austere.

La mia ammirazione restava muta,