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cettiamo dunque la definizione di «amor platonico» che ha almeno il vantaggio di essere bene o male intesa da tutti e vediamo quale sia il suo posto nella odierna società. Se ci poniamo a raccogliere il suono di quelle due parole ripercosse contro le pareti di un salotto o d’un teatro, se ce ne giunge l’eco nei discorsi della piazza, dei clubs, dei caffè, esso è non di rado circonfuso da un cotal senso di ridicolo, al quale non sanno sottrarsi nemmeno le persone che meglio ne potrebbero discutere e si dice amante platonico come si direbbe cane scodato, provocando