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preparava in segreto, dicendo poi: Ma ricordati di cambiar vita.

Terminai di mettere a soqquadro il giardino, e la Berta mi incoraggiava:

— Sfogati, poverina. Quando sarai nell’altra casa che ha un giardino all’inglese colla serra, colle aiuole, coi viali di sabbia fina, non potrai fare altrettanto; non te lo permetteranno.

Poco alla volta, senza affrettarci, raccogliemmo tutte e due i nostri fardelli, e per quanto Betta pretendesse di fare la forte, la sorpresi parecchie volte cogli occhi rossi.

Ogni tanto ricevevo una lettera del babbo che aveva in calce due righe di una scritturina aerea tutta piena di gentilezza per me. Io rispondevo con gravità seguendo strettamente le regole e avendo cura di mettere le virgole al loro posto.

Finalmente venne il giorno fatale. La Betta voleva struggersi raccomandandomi al Signore e raccomandando sè stessa al mio affetto. Dopo avere ben pianto:

— Là, Betta, io le dissi risolutamente: poichè siamo in guerra, combattiamo. Addio e coraggio.

Ci separammo così.