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gentile che doveva essere la mia seconda mamma. Disse tante cose tenere e commoventi tenendomi stretta fra le sue braccia, che mi vergognai un poco del mio cattivo carattere e gli promisi di essere più docile per l’avvenire.
Però alla sera domandai a Betta:
— Che bisogno avea mio padre di prendere moglie! Io ero felice con lui: e lui perchè non se ne è accontentato?
— La cosa è ben diversa, rispose Betta.
Ma per quanto io la stringessi, non riuscì mai a spiegarmi questa diversità: così non restai persuasa che a mezzo; e mi parve proprio che l’amore del babbo a mio riguardo non fosse così intenso ed esclusivo come il mio. Mi ricordo che soggiunsi:
— Io però non avrei voglia di prender marito!
— Eh! è presto: fu la risposta di Betta: e chi sa cosa faresti anche te se invece di dodici avessi vent’anni. Oh! sì, io lo so cosa faresti anche te se invece di dodici avessi vent’anni. Oh! sì io so cosa faresti al primo uccellino che picchiasse nei vetri cantandoti: vieni? tu spiegheresti il volo senza guardare nè il babbo, nè me. Cose vecchie, cose vecchie!