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che le mie mani ciondolavano appese alle braccia come due ventole spiegate.
— La è pur goffa! borbottò mio padre a denti stretti. La sua intenzione non era di farsi udire da me; ma io udii e mi prese una gran voglia di piangere.
Adoravo mio padre, anch’egli era sempre stato buono e amorevole, e per la prima volta mi accorgevo di spiacergli. Un velo di tristezza mi offuscò tutta; mi parve che il babbo si trasformasse, che non fosse più lui.
— Suvvia sta allegra; smetti quel muso. Che diranno di te nella casa dove andiamo? Rasserenati; vedrai una signora buona e bella, che ti vorrà tanto bene.
Perchè questa promessa non mi ridonò la mia allegria? Non so. Avrei voluto tornare indietro, nella nostra casa, gettar via quegli odiosi guanti, consegnare a Betta il mio vestito color pesca e riprendere i miei giochi nell’orto colle mie bambole, i miei fiori, i miei libri.
Il babbo si fermò davanti a una bella porta, alzò gli occhi e sorrise; io guardai subito a chi aveva sorriso, ma non vidi alcuno — la persona era già fuggita.
Mi raccomandò ancora di essere gentile, di sa-