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fece a calmare la mia curiosità osservando che presto lo avrei saputo positivamente.

Indossai così il mio abitino color pesca e stavo raddrizzando un bottone di rosa sul mio cappello di paglia, quando il babbo comparve sull’uscio della camera.

— Sei pronta Paolina?

— Eccomi.

Egli mi guardò minutamente con un’aria poco soddisfatta, a dir vero.

— Non si poteva vestirla meglio? domandò alla mia governante.

— Non saprei... rispose Betta confusa: è il suo abitino delle feste: vossignoria lo conosce.

Mio padre si masticò i baffi in silenzio: mi prese per mano e scendendo le scale disse che le mie mani erano ruvide.

— Non hai guanti?

— Sai bene che non ne porto mai.

— Ne compreremo un paio strada facendo; queste mani non sono presentabili.

Ma Dio buono, dove si andava?

La faccenda dei guanti presentò qualche difficoltà; non si poteva calzarmeli per nessun verso; non ci ero avvezza: una volta infilati alla meglio non potei piegare le dita, nè riunirle, per modo