Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 55 — |
Tutto taceva, tutto era muto.
Sedetti sull’erba e diedi libero corso alle lagrime. Un’ombra grigia, disegnandosi elegante e leggera sullo specchio dell’acqua, mi fece balzare in piedi.
— Elisa, tu qui?
La mia sposa sorrise con una dolcezza malinconica che sembrava dire: Il mio posto è vicino a te. Mi prese le mani e conducendomi pochi passi lontano, mostrommi sulla sabbia del viale alcune parole che la brezza della sera stava per cancellare.
Mi chinai, ma al debole raggio della luna non potei leggere.
— Ro-ber-to: disse Elisa lentamente, quasi sillabando.
Elisa dunque sapeva chi aveva scritto il mio nome sulla sabbia? O inutile silenzio, o inutili precauzioni!
Eppure, meglio così.
Strinsi Elisa fra le braccia, tremava tutta e piangeva.
— Elisa — proruppi con tutta la sincerità dell’anima mia — questo segreto che forse ci avrebbe divisi ci congiungerà di più. Ora non ho nulla da celarti.