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Tutto taceva, tutto era muto.

Sedetti sull’erba e diedi libero corso alle lagrime. Un’ombra grigia, disegnandosi elegante e leggera sullo specchio dell’acqua, mi fece balzare in piedi.

— Elisa, tu qui?

La mia sposa sorrise con una dolcezza malinconica che sembrava dire: Il mio posto è vicino a te. Mi prese le mani e conducendomi pochi passi lontano, mostrommi sulla sabbia del viale alcune parole che la brezza della sera stava per cancellare.

Mi chinai, ma al debole raggio della luna non potei leggere.

— Ro-ber-to: disse Elisa lentamente, quasi sillabando.

Elisa dunque sapeva chi aveva scritto il mio nome sulla sabbia? O inutile silenzio, o inutili precauzioni!

Eppure, meglio così.

Strinsi Elisa fra le braccia, tremava tutta e piangeva.

— Elisa — proruppi con tutta la sincerità dell’anima mia — questo segreto che forse ci avrebbe divisi ci congiungerà di più. Ora non ho nulla da celarti.