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mano un ventaglio chinese che mi picchiò sul braccio.

Elisa le venne dietro, un po’ mesta, cogli occhi rossi.

— Dov’è la piccina?

— Ah! — disse la principessa appoggiandosi, anzi abbandonandosi sul mio braccio — siamo andate a trovare mia cugina di Tersis e Nora è rimasta là.

— Non è ammalata dunque?

La principessa mi guardò in mezzo agli occhi.

— Ammalata! Perchè?

— Da molto tempo non si sente troppo bene, noi tutti lo sappiamo.

— E sapete anche il motivo, voi?

L’intenzione era di mostrarsi calma, ma la voce le tremava. Risposi con sicurezza:

— So che io non ci ho colpa.

— Da uomo d’onore?

— Da uomo d’onore.

— Bene. Mostriamoci lieti; dopo quindici giorni di assenza la bambina ci tornerà guarita da tutti i suoi capricci. Intanto tenete un po’ allegra quella povera Elisa... vedetela!

Elisa infatti sembrava abbattuta; me ne ero accorto subito. Ci precedeva di alcuni passi, silen-