Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/44


— 34 —


Non sarei uomo se dicessi che io camminavo al suo fianco impassibile. No! Quell’amore di donna sbocciato come un fiore prematuro in un seno di bambina, non poteva lasciarmi indifferente. Sentivo il suo respiro caldo, affannoso e mi domandavo quali arcani nascondeva quell’angelo di dodici anni; tentazioni bizzarre mi spingevano verso l’abisso delle sue pupille nere, ardenti, piene di tenebre e di passione.

Ella era affatto cambiata per me. Ogni traccia di fanciullaggini e di capricci scompariva davanti a un sentimento di profonda pietà e di inenarrabile simpatia.

Se qualche volta un sospetto, un dubbio si era prima d’allora affacciato al mio pensiero, lo avevo respinto come una sciocca vanità; ma ora tutto mi si faceva chiaro — le sue malinconie, le stranezze, le lagrime. Non avevo mai arrischiato nulla che potesse destarle amore; ma chi semina i fiorellini sulle vette rocciose e nei burroni inaccessibili? Chi dice all’aquila: vola in alto, l’orizzonte è per te?

Erano cresciute insieme, quelle due sorelle, sotto gli occhi della madre, eppure quanto diverse!

Vicino a Nora, in quel momento, sentivo il bisogno di pensare ad Elisa — come quando si è