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poi alzò la testa e riconoscendomi, tese le braccia verso di me con un movimento rapido e angoscioso; poteva essere egualmente per attirarmi che per respingermi. Io l’interpretai nel primo senso e prendendola per le mani la strinsi contro il mio petto.

Che pensavo? Nulla. Fu un impeto istintivo; ma appena sentii la sua gracile persona appoggiata al mio cuore, ebbi come una vertigine, gli occhi mi si copersero di un velo, vacillai, la strinsi più forte e le nostre bocche si incontrarono.

Dio santo, che rivelazione!

Cercai Elisa collo sguardo — era scomparsa.

Le ombre della sera si addensavano nel salotto, reso più oscuro dagli ampi cortinaggi delle finestre. Fra poco sarebbe venuta la principessa; non dubitavo che Elisa fosse andata a chiamarla e Nora restava sempre immobile, singhiozzando sul mio petto.

La cinsi con un braccio, trasportandola di peso. Avevamo bisogno entrambi di ricomporci.

Fuori del verone, un’auretta deliziosa sollevava i profumi del giardino.

— Nora, venite, andiamo incontro a vostra madre.

Ella mi segui senza parlare. Povera fanciulla!