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— Ieri sera m’ha fatta una scena; dice che non vuol più dormire nella mia camera; non si lascia più pettinare da me. Una volta, io sola toccavo i suoi bei capelli; il cerchietto d’oro glielo mettevo sempre io; mi chiamava la sua giovane mamma. Ci amavamo, Roberto, oh! ci amavamo tanto! Ed ora, mio Dio, non so resistere al pensiero di perdere quel piccolo cuore ardente...

Calmatevi, Elisa, sono burrasche passeggiere. Vostra sorella vi amerà ancora e quando mai... sollevate gli occhi, fissateli attraverso i miei sguardi nel mio cuore, dite, non ci trovate abbastanza amore?

Un lieve sorriso rischiarò il volto d’Elisa; mi strinse la mano in silenzio e per un istante dimenticammo ogni cosa, guardandoci: indi a poco riprese:

— Le è tornata la smania del suo lago.

— Che lago?

— Non vi ha mai parlato del lago verde?

— Sì, mi pare, ma non mi disse che cosa sia.

— Ah! dovreste vederlo. È un vero lago, lungo cinque o sei metri, coll’acqua profonda e verde come lo smeraldo, circondato di grotte, d’erba, d’alberi, di fiori, che so io, non mi ricordo