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ai piedi le pieghe della veste, agitato io pure e commosso da quell’impeto selvaggio.
— Da brava, non piangete più.
— Parlatemi ancora!
— Avete visto lo scacchiere nuovo che mandò vostro padre?
— Non così, no, parlatemi come prima!
Si era appoggiata con un braccio sulla mia spalla e mi guardava dentro gli occhi.
— Che dicevo prima? Vi ho esortato ad essere buona, ma questo vi fece piangere... Ho detto che siete una bella ragazzina, cara, intelligente, vi piaciono i complimenti? Oh! ve ne farò ancora. Avete i più begli occhi del mondo. Sorridete? Ecco dunque le figlie d’Eva. Madamigella, siete troppo civetta!
Ero deciso a rabbonirla a qualunque costo e vidi con piacere che il sistema camminava.
Da vero diplomatico poi mi ripromettevo di cavarne tutto il profitto possibile, rappresentando ad Elisa i miei sforzi eroici, la mia pazienza e il mio trionfo.
— Vorrei sapere una cosa da voi, Roberto!
La mia cognatina pronunciò queste parole con una grazia incantevole, tirandomi dolcemente il baffo sinistro che si trovava dalla sua parte.