Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/328


— 318 —


Io non credo, no, è impossibile, ch'egli volesse alludere al passato — un uomo così serio! — nondimeno Sofia parve leggermente commossa e lo pregò a desistere perchè in quelle poesie non trovava nessun concetto nuovo, nulla veramente che valesse la pena di occuparsene.

Emanuele rintascò il libricino giallo. Parlammo di teatri, di russi, di turchi e d'altre cose.

Quando Emanuele si alzò per prendere commiato, Sofia gli chiese sbadatamente:

— Come sono que' versi: i canti che pensai ma che non scrissi...

Le parole d'amor che non ti dissi — soggiunse Emanuele.

E mi parve che una corrente elettrica mi fosse passata accanto e vidi che gli occhi di Emanuele erano propriamente azzurri, d'un azzurro cupo, profondo.

Verso quel tempo, poichè avevo molta cura di star lontana dalle correnti d'aria ed evitavo di bagnarmi i piedi — aggiungi che portavo sempre meco uno scialletto per gli improvvisi abbassamenti di temperatura — mi buscai un solenne raffreddore. Ne ebbi per ben quindici giorni, durante i quali Emanuele veniva a ordinarmi dei decotti e Sofia a farmeli ingoiare.