Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/311


— 301 —


Il filosofo l’aperse con precipitazione. Era profumata di muschio, colle iniziali a timbro secco e diceva:


«Caro marito,

«Sono stanca di sudare e di far torte; non incolpa nessuno della mia fuga; l’eunuco è innocente. Io parto con un capitano francese che mi assicura essere Parigi la città delle donne, e che il costume europeo mi anderà a pennello. Pare che non si portino calzoni oltre il Mediterraneo; ti lascio i miei per ricordo; ma prendo i gioielli e l’oro che mi serviranno durante il viaggio. Sono delicata in materia d’onore e non voglio essere d’aggravio al capitano. Addio, caro marito. Quando ne hai abbastanza di fare il turco puoi venire a trovarmi in Europa dove vivremo di buon accordo tutti e tre. Mi assicurano che la cosa è possibilissima e niente affatto contraria alle leggi del paese.

«Tua fedele Aïssa


«PS. Ricordati di rinnovare il miglio nella gabbia del mio canarino.»