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spiega d’altronde i fenomeni che la signora principessa ha osservati. L’equilibrio essendo il perno della salute induce naturalmente quando viene a mancare i più deplorevoli sconcerti. La signorina legge romanzi?
Questa domanda fatta a bruciapelo mi fece sorridere; la mamma rispose:
— Oh! Dio, Manzoni, De Amicis, che vuol mai che legga questa bimba?
Guardai Nora. L’attitudine superba e sprezzante del suo labbro, diceva netto: Che bon’uomo quel dottore!
Infatti, se non ci fossero romanzi al mondo la testina di Nora li avrebbe inventati.
Quando il medico se ne andò la principessa volle accompagnarlo fuori del salotto. Parlarono ancora per dieci minuti a bassa voce. Nora intanto aveva presa un’attitudine di sfinge; sprofondata sulla poltrona di sua madre, collo sguardo fisso, intento, pareva affascinata da abissi misteriosi.
La principessa comparve sulla soglia e chiamò Elisa colla mano.
— Ditele qualche cosa — mi susurrò all’orecchio la mia fidanzata prima di uscire. — Da me non vuole ascoltar nulla. Ditele voi che l’amo tanto, che mi fa pena vederla così!