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passeggiare in giardino; oppure accovacciata in una poltrona del salotto, mentre gli altri stavano riuniti a parlare, sfogliando degli album che i suoi occhi non guardavano.
La principessa, unica fra tutti, riusciva qualche volta a farla sorridere e a farsi abbracciare. Con Elisa affettava un contegno freddo, quasi sarcastico; se la buona giovinetta tentava di intenerirla con parole o con baci, la respingeva duramente schermendosi.
Eranle venuti a noia i trastulli: sull’altalena non saliva più; suonava, certe sere, sul pianoforte le romanze più tristi e più disperate. Faceva pietà il sentirla.
Il principe che si vedeva di rado alla villa perchè infinite occupazioni lo trattenevano in Roma, restò colpito dal cambiamento della sua giovane figlia e le mandò dalla città un medico famoso.
Ero presente anch’io quando venne.
Nora si lasciò guardare e riguardare, rispondendo con svogliatezza alle domande di quel signore e mostrando chiaramente nello sguardo distratto la sua poca venerazione per la scienza.
— La signorina mi sorprende — disse il dottore. — il suo sviluppo morale è così... così... come dire?... avanzato... che non vidi mai l’eguale. Ciò