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ha potuto fare la partita a scacchi. Vorrei saper giuocare io, ma non so. Ho provato a prendere in mano i pezzi e mi faceva piacere a muoverli sulla scacchiera imitando i movimenti del maggiore e dicendo come lui: basta, vedremo. Povero maggiore!

Le lane che mi ha comperate Giovanna non vanno bene; poichè il salotto ha le tende turchine, le sedie non devono essere celesti. Anche per oggi non incomincio il lavoro.

Che fare, mio Dio, per ingannare il tempo? Questa giornata mi sembra eterna — è certamente la più lunga di quelle che ho passate qui. E come sono malinconica!

Vorrei tornare in convento. Ho la nostalgia dei grandi muri bianchi, dei corridoi silenziosi, delle celle tranquille. Penso al vasto giardino così folto che pareva un bosco. Penso sopratutto e vorrei tornare nella chiesetta delle suore sempre piena di fiori e dove si sentiva fuso insieme un odore di cantina e un odore di rose.

Ecco che ora mi vien da piangere...

(Due ore dopo).

No, questa giornata non finisce più.

Mi sono fatta condurre in chiesa da Giovanna.