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esse ci dànno non è che quello che noi vogliamo attribuir loro.
Fra qualche momento scenderò abbasso, nella gran sala, che ha il pavimento di legno e le pareti dipinte a uccelli. Stefano mi aspetta per fare una partita a scacchi — ecco un bel giuoco in fede mia; collo scacchiere davanti mi sembra di essere su un campo di battaglia.
(Dal giornale di Federica).
— Buon padre! Mi ha fatto arrivare della musica nuova per ingannare la solitudine — ed io, ingrata, non l’ho aperta neppure.
Quando mi metto al piano e mi trovo sola sola in quella gran sala dove la mia voce echeggia come fosse in un tempio, sento una malinconia, quasi una paura... Ero avvezza colle compagne, colle suore, e qui non c’è mai nessuno. A farlo apposta sento come non ho mai sentito un bisogno di parlare, di espandermi; vorrei ridere e vorrei anche piangere. La vita senza emozioni non mi piace.
Che cosa dicevano le suore che tornata nel mondo avrei avuto a combattere fiere lotte, a vincere ardue battaglie?