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— Signora, la prego, si tratta di mia madre.

Questa voce supplice e dolente indusse Carolina a riaprire l’uscio, rossa come una ciliegia, e a domandare al suo vicino:

— In che cosa posso servire sua madre?

— Sta male, — disse il giovane, rosso anche lui più del naturale — è un incomodo che soffre qualche volta, spero nulla di serio, ma tuttavia mi duole lasciarla sola. Sono fuggito dallo studio per vederla, ma devo tornarvi subito; se lei volesse curarla un po’...

— Volontieri, sì, volontieri.

— Scusi se mi sono rivolto a lei... mi è sembrata tanto buona.

— Oh no!

— E tanto...

— No, no — continuava a balbettare Carolina.

Il Signore le perdoni, non sapeva nemmeno lei quello che diceva.

— Dunque vado... tranquillo e.. la ringrazio.

Quei baffi castagni avevano un modo di parlare che toglieva lo spirito affatto a Carolina. Ella non disse più nulla, quantunque avesse detto ben poco. Tornò a mettere il suo vestito nero a piselli bianchi, e dimenticando di guardare il paiolo — sì, questo