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un’occhiata al paiolo e già le pareva che l’acqua fosse a buon punto, quando si udì una vigorosa scampanellata e comparve il ragazzetto della portinaia con una lettera.

Carolina non era abituata a leggere il suo nome, non dirò stampato ma nemmeno scritto, pensò subito che fosse una disgrazia, tanto le riusciva strano che qualcuno avesse avuto la voglia di scriverle. Le balenò poi un secondo pensiero, sorrise, arrossì; chi sa che diavolo era! — e ruppe prontamente il suggello.

Non era il diavolo, peccato! — ma una vecchia signora che le doveva da molto tempo una discreta somma, sulla quale la giovane ricamatrice si rassegnava quasi a tirare una croce. La vecchia signora trovandosi in fondi la pregava di portarle la nota al più presto possibile perchè doveva partire per la campagna. Il contrattempo, via, apparteneva alla classe dei contrattempi sopportabili; difatti Carolina infilò senza rincrescimento i suoi stivaletti di brunello, cinse un vestitino di lana nera sparso di piselli bianchi, gettò il velo in testa affrancandolo con un fiocco celeste e scese lietamente le scale pensando: Al mio ritorno l’acqua sarà bollente, in un paio d’orette sbrigo il bucato.