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Augusto non lo disse e Patrizio continuò:
— Pare che lassù in Inghilterra il mio ottimo parente abbia avuto in qualche modo una figlia, e la condizione esplicita dell’eredità è che io me la sposi per riunire in un ceppo solo i rampolli superstiti delle due famiglie. Bella, nevvero? La cuginetta avrà trent’anni almeno, i piedi lunghi, i denti sporgenti, una veletta verde e voglio perdere l’amore della mia cappellaia se non dirà schoking solamente a vedermi.
— Ma i milioni! — esclamò uno studente cui uscivano i gomiti dalle maniche.
— I milioni! — ripeterono tutti leccandosi le labbra, sbarrando gli occhi o picchiando pugni secondo il modo particolare che ciascuno aveva per esprimere l’ammirazione e la cupidigia.
— Ebbene — disse Patrizio colla massima indifferenza — se non cambio parere, cosa possibile in questo mondo dove nulla è eterno, la mia decisione per oggi è di non sposare l’amabile cuginetta colla gobba piena di ghinee.
— Oooh! Uhh! Ah! Oibò!
Tutte esclamazioni tendenti a biasimare una risoluzione così leggera e spensierata.
— No — continuò placidissimamente Patrizio. — La cara zoppettina coi tacchi d’oro non pas-