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capanna aspettando l’opportunità di tornare in patria.

Nel pronunciare queste parole, ridendo, il giovinotto si strinse contro il petto le due manine che vi avevano chiesto un rifugio, e poichè le braccia sono tanto vicine alle mani, le belle braccia di Urania vi trovarono posto anch’esse.

Fu in quel momento che Urania mormorò:

— Mi perdoni, sa? L’avevo giudicata male.

Romeo, commosso e grave, rispose:

— Grazie. Ora sono felice.

Il barcaiolo poteva fare i suoi comodi; nessuno dei due pensava più a lagnarsi. Difatti quando arrivò, verso le dieci, e tutto confuso tentò scusarsi dell’involontario ritardo, Romeo lo interruppe:

— Ma no, caro, hai fatto anche troppo presto.

Tò! — pensò il barcaiolo — che brava gente sono questi signori. Avvezzi alle ottomane elastiche conoscono il modo di passare due ore sopra un tetto senza nemmeno aver l’aria di essersi trovati male.

L’anno dopo, al tempo che Urania faceva la sua solita visita alle cugine, propose a Romeo una passeggiata sui terreni dell’inondazione.

Le case erano risorte, le viti rialzate, le siepi a lor posto. Nei campi coperti di messi spirava