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— Mi permettete di tornar presto, Elisa?
Inchinandomi verso la mia fidanzata per raccogliere il dolce sì che spuntava sulle sue labbra, vidi due occhi neri che mi guardavano intensamente. Nora era entrata allora.
La principessa, disinvolta sempre, sorvolò l’impaccio di una presentazione ufficiale. Disse appena:
— Dà la mano, bimba, a questo signore. È un caro amico.
La fanciulla mi presentò in silenzio la sua manina; ardeva in modo singolare.
Durante il pranzo io la guardai poco, ma quelle poche volte incontravo immancabilmente il suo sguardo fisso e scintillante. Il cerchietto d’oro che le tratteneva i brevi capelli era meno lucente dei suoi occhi. Non parlò quasi mai e finito il pranzo scappò via.
Partii senza rivederla.
Le visite ch’io feci poi, molto frequentemente, alla villa indussero un po’ di dimestichezza fra me e la mia futura cognatina. Elisa, felice di questo buon successo, ci lasciava volentieri insieme; io mi ingegnavo di piacere alla zingarella poichè era un modo indiretto di piacere a lei.
La cosa tuttavia non sembrava molto facile.