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per che cosa e tornava a tirarlo a sè, abbracciandolo con passione, sprofondandovi la bocca che fremeva.

Voleva dormire; ma quando il sonno scendeva lieve lieve a chiuderle le palpebre, ella reagiva. Non sapeva staccarsi dall’immagine del Disertore; le incresceva abbandonare i suoi dolci pensieri, le fluttuazioni vaghe della sua mente, e vegliava ancora e tornava a fantasticare e a smaniare per il letto.

Le riuscì di dormire un poco sull’alba.

Appena desta, pronta come una sentinella, l’immagine della sera prima le tornò davanti. Si vesti in fretta e corse ad aprire la finestra. Che cosa sperava? Nulla. Tutto. Lo sanno forse gli innamorati quel che sperano? L’ignoto è il loro Dio.

Appoggiò i gomiti sul davanzale, proprio dove lui’ aveva appoggiato il ginocchio, e guardò attorno l’ampia campagna che, muta e deserta, biancheggiava nel suo lenzuolo di neve.

Un pallido sole faceva scintillare i ghiacciuoli incastonati come brillanti sui rami degli alberi, il cielo era scuro; l’aria fredda. Un passero, movendo dall’Abbazia sulla cui torre aveva formato il nido, posò un istante sul cornicione disotto alla finestra — trillò e volò via.