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gamente una persona fra ciglio e ciglio, ditemi, cos’è quel raggio irresistibile, improvviso, ardente, che lampeggia nelle pupille di due sconosciuti, che li avvince, che li unisce e li stringe più che non farebbe un bacio?

Non si conoscono; nulla sanno l’uno dell’altra, nè donde vengano, nè dove vadano; nessuna memoria li riunisce; non hanno mai pianto nè riso insieme; dovrebbero essere perfettamente indifferenti.

Ma no. Essi, i due predestinati, le due anime gemelle si incontrano, si riconoscono, si abbracciano con uno sguardo. Che importano i nomi? Che importano i destini? Essi si comprendono.

Non ne sarà nulla, verranno divisi, si dimenticheranno, forse, a vicenda — ma si sono amati. Per un minuto, per un istante le due anime vissero in una.

O amore, fra le tue delizie è delizia immensa uno di questi sguardi lunghi, natanti nel raggio di due pupille nere!

Così il Disertore guardò Clelia — e sembrava le dicesse: «Cara, invano apparisti sul mio sentiero; ti porto nel cuore, non posso portarti nelle mie braccia».

Ma quand’anche la pupilla del Disertore non