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del Disertore e una vampa di fuoco le coperse il volto.
Bussarono ancora.
— Andiamo! — disse Daniele prendendo il bandito per un braccio.
Egli stesso voleva condurlo nella camera della sorella; intanto i colpi spesseggiavano sulla porta. Una voce tonante gridò: «Aprite in nome della legge».
Non era il momento di discutere, nè di scegliere fra il bene e il meglio. Daniele mosse verso la porta, Clelia guidò il Disertore.
La fanciulla non potè mai ridire a se stessa come fosse riuscita in quell’occasione ad arrivare nella sua camera — nè se aveva parlato durante il tragitto — nè che cosa avesse fatto oltre che aprire la finestra e stringersi tremante contro il muro.
Ma vi fu un punto che non dimenticò nè allora, nè mai più. Fu quando il Disertore, appoggiando un ginocchio sul davanzale della finestra si voltò a guardarla.
Ottimi pedanti, prudentissimi legislatori del buon costume e delle convenienze sociali che prescrivete la misura di uno sguardo fra uomo e donna, che decretate contr rio all’educazione il fissare lun-