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Fuori nevicava.

Lontano lontano l’ululato di un can da pagliaio rompeva il silenzio della notte.

A un tratto due colpi furono bussati alla porta di strada. Clelia si fece pallida. Daniele, calmo, caricò il fucile e mosse ad aprire con un lume in mano.

— Ritirati — aveva detto prima alla sorella.

La fanciulla, invece di ritirarsi, si nascose dietro l’uscio del salotto e di là potè vedere suo fratello che tornava indietro seguito dal Disertore.

All’improvvisa comparsa Clelia non si sentì più padrona di sè stessa. Cedendo all’impeto dei varî sentimenti che l’agitavano, incapace di rimanersene zitta e chiotta dietro l’uscio, pur non osando mostrarsi, ella si diede a correre all’impazzata sotto i portici della cascina, stringendosi il cuore che le voleva scoppiare.

Un deserto di neve l’arrestò in fine della sua corsa.

L’aia grandissima era tutta bianca; bianchi i gelsi che la circondavano, la siepe, il muricciuolo, il tetto basso della stalla; era un candore generale.