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come una stella la trasportava. Bionda come l’oro, bionda come le spiche sono paragoni soliti e prosaicamente terreni; ma una stella!

— Dio! come sono infelice! — concluse l’ideale donnina — mio marito non s’è mai accorto ch’io ho i capelli di questo biondo.

Il marito evocato in modo così poco lusinghiero apparve, quasi per incanto, sulla soglia dell’uscio. Aveva le sue pantofole nere ricamate a mazzi di rose e le mani in tasca.

— Carolina, mia cara, vai a dare un’occhiata a quei piccioni?... se il naso non mi tradisce sentono un po’ l’abbruciaticcio.

Un’occhiata ai piccioni; ella! le cui pupille facevano palpitare un poeta!

L’ideale di Carolina, statemi attente fanciulle,1 che parlo per voi, era un marito impossibile. Un marito che si alza alla mattina colla voglia di sciogliere un inno al creato; che passa il resto del giorno a indovinare i pensieri di sua moglie, a trasalire co’ suoi nervi, a palpitare col suo cuore;

  1. Non bisogna dimenticare che queste novelle furono scritte trent’anni fa.