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altre fatte da me; quel giorno sarà una festa; mi par di vedere il sorriso soddisfatto di mio marito; egli calzerà allegramente le mie pantofole e baciandomi sulla fronte mi dirà: «Brava mogliettina!» Ah! quanta poesia.
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Carolina alzò, sdegnosetta, le spalle.
— E legge il giornale anche lui, tuo marito?
— Tutti i giorni, è ben naturale. Che vuoi! egli non è un letterato; Berchet non può tenerlo al corrente degli affari del suo paese e Prati non gli saprebbe dire se la rendita è alta o bassa. Mio marito bada a’ suoi negozi, fa conti, acquista o vende; quando ha concluso un buon affare mi abbraccia giulivo e: «Lavoro per te, sai! quanto più sarò ricco, la mia donna avrà agi e la mia donna sei tu!» È sfortunato? gli riesce male un interesse? mi abbraccia egualmente: «Tu sei il mio conforto; quando lascio malcontento lo studio, trovo la gioia e la felicità sul tuo cuore! Ecco, mi pare, del sentimento squisitissimo. Forse che tuo marito non fa altrettanto?
— Sì, non nego...
— Ma vedi dunque? Tu sei abituata a quel sentimento convenzionale che è piuttosto sentimentalismo e per questo disprezzi il vero sentitimento, il sentimento del cuore. Tu cerchi la