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— Appunto; era insieme a un giovanotto...

— Biondo, alto, pallido... è suo marito.

— Ma no, ma no. Costui è piccolo, bruno, volto rosso quasi imberbe.

— Ti sei forse ingannato, non sarà stata Carolina.

— Oh! per questo era proprio lei; aveva un cappello nero.

— Tutte le donne oramai portano cappelli neri; sono di moda.

— Ma aveva una certa piuma azzurro-mare che non tutte hanno; e poi, se ti dico che era lei!

Io non avevo proprio nessun argomento per negare il fatto; chinai il capo sospirando e promettendo a me stessa di venirne in chiaro. Andai difilato da Carolina; ella mi accolse colla solita squisita gentilezza, mi fece molta festa, ma non tardai a osservare che era un po’ eccitata, un po’ distratta. La strinsi di domande, feci lodi sterminate di suo marito, mi congratulai sulla sua felicità domestica... e intanto la osservavo profondamente. Ella spiegazzava i suoi manichini.

— Tu sei stata ben fortunata sposando Filippo!

— Oh sì! — e sbadigliò.

— I vostri caratteri armonizzano perfettamente.