Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/144


— 134 —

siete con me, e che male facciamo, tolta la vostra maldicenza?

— Sì, ma non andiamo a spasso alle dieci di sera, sul bastione, durante il primo quarto di luna, sapete bene, quando fa le corna.

— O Dio — risposi impazientita — e che prova in fin dei conti una passeggiata sul bastione?

— Eh! può provare molte cose; questa per esempio mi ha provato l’utilità diretta delle panchine poste all’ombra degli ipocastani fioriti e l’utilità indiretta dei medesimi ipocastani, dietro il cui tronco un osservatore intelligente...

— Ah vergogna! voi li avete spiati.

— No, accendevo un sigaro, ma siccome i fiammiferi si prestavano di mala voglia, ebbi campo di ascoltare il sostantivo angelo ripetuto due volte e il verbo adorare in due o tre tempi, vi avrei adorata, adorarvi! vi adorerò. Ora, se voi acconsentite a chiamarmi angelo o a lasciarvi adorare, mi indurrò a credere anch’io che il colloquio della nostra amica col nostro amico fosse innocente come un bambino appena nato. Andiamo, volete chiamarmi angelo?

— Demonio!

— Non credo che Tommasèo abbia posto queste due parole nel Dizionario dei sinonimi.