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azzurro stava negli occhi di Elisabet e l’oro più smagliante era quello de’ suoi capelli.

Dichiarazioni non ne erano corse molte. Si guardavano, arrossivano, scordavano insieme l’ora del pranzo, si stringevano qualche volta la mano se accadeva che le loro mani si incontrassero errando sulla stufa...

Una volta la fanciulla gli aveva dato un fiore e un mese dopo egli le mostrò che lo conservava ancora sul cuore s’intende e chiuso in una specie di tempietto di carta dove era scritto: E. H. eternamente.

Come due rondinelle che hanno sospeso il nido sotto il medesimo tetto i due innamorati vivevano di pagliuzze e di canzoni, di sguardi e di sorrisi.

La vecchia Trudchen che aveva scoperto l’idillio pensava: sono fatti l’uno per l’altra; e nel pensarlo brontolava, poichè tanto la gioia quanto il dolore trovavano in lei l’unica manifestazione che era quella di ringhiare come un cane da pagliaio.

Gretchen, massaia infaticabile, tutta assorta nella manipolazione del sauerkraut e dei krapfen, sempre colle maniche rimboccate e le braccia coperte di farina, non sospettava nulla.

Fu un vero scoppio di bomba il giorno che