Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/121


— 111 —


— Dormivo — rispose Gretchen, senza avvedersi che il madras moltiplicato colla camicia dava un prodotto abbastanza incerto — dormivo e mi svegliò un rumore nella sala da pranzo. Balzai allora dal letto...

— Turbolenta Gretchen! Non hai dunque riflettuto ai pericoli che potevi incorrere?

— No, amico mio. Cedendo a un moto subitaneo volai nel salotto ma sulle prime non vidi nulla...

— Se venissi a letto, Gretchen, colomba mia? Io son tutto assiderato e muoio per impazienza di sentire come sparve la pipa dello zio. Non c’è esempio ch’io abbia mai passato una notte come questa; ammalerò di sicuro; vieni a letto Gretchen.

— Non vidi nulla — proseguì Gretchen coricandosi a fianco dello sposo — ma non volli darmi per vinta e rovistai in ogni angolo...

— Imprudente donna!

— Finchè mi accorsi di un vuoto al di sopra della stufa; oimè, la pipa non era più appesa al suo bel cordone verde.

— Quello che tu racconti è meraviglioso. Mi faresti credere di essere a Balsora o a Bagdad, dove ai tempi del califfo Aaron-al-Raschid succe-