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alla sera egli l’aveva proprio veduta, mentre inginocchiata sul talamo annodava intorno al capo l’ampio fazzoletto di madras; e aveva udito colle proprie orecchie il solito gute-nacht che da vent’anni cullava i suoi dolci sogni.

— Ah! madama Gretchen, madama Gretchen, me l’avete fatta grossa! — mormorò l’onesto magistrato, rizzandosi a sedere e girando intorno alla camera nuziale le sue pupille tonde e stupefatte. — Dovrò io scendere dal letto e cercarvi per tutta la casa, per tutta la contrada magari, infida Gretchen?

L’ombra di questi tristi pensieri oscurava la fronte del pacifico borgomastro contrastando col florido vermiglio delle sue guancie che simili a due mele moscatelle gli pendevano da una parte e dall’altra e tremolavano ad ogni scossa della testa.

— Per fermo se l’assenza si prolunga io dovrò scendere dal letto — continuò il brav’uomo gettando uno sguardo melanconico alle sue pantofole ovattate sulle quali. Elisabet aveva profuso dei vergies-meinnicht di lana e seta con certe perline bianche trasparenti che dovevano simulare la rugiada.

Posso io ammettere il caso ch’ella sia andata a