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madamigella lespinasse 89


zionale di stare alzata tutta la notte e di coricarsi al mattino, dopo di aver passate le prime ore dell’alba a leggere ad alta voce accanto al letto della vecchia cieca per conciliarle il sonno. Si capisce come la Lespinasse potesse nutrire altre aspirazioni, altro pascolo alla sua immaginazione ardente e come il successo ottenuto nella società della marchesa le acuisse il desiderio di piacere, violento in lei, reso quasi spasmodico dalla mancanza di affetti. Fu così che si venne preparando lentamente la grossa bufera che doveva strapparla anche da quel posto. La Lespinasse abitava in casa della marchesa una piccola e triste camera, abbastanza separata dall'appartamento principale, perchè la Lespinasse si arrischiasse dopo qualche anno a ricevervi in privato qualcuno dei frequentatori del salotto.

Ella si alzava alle cinque di sera, un’ora prima della marchesa, e prese a poco a poco l’abitudine di consacrare quell’ora a fare la padrona, come una bimba che giuoca alle visite. Convenivano da lei d’Alembert, Chastellux, Turgot, Marmontel. La giovine entusiasta si animava di tutte