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elevata, i primi anni di Gara Lespinasse non dovettero essere cattivi. Tutto ciò ch’ella disse di poi sulla sua cattiva giovinezza, si riferisce indubbiamente al periodo che seguì la morte di sua madre, avvenuta verso il 1747, quando ella aveva poco più di quindici anni. La gelosia dei figli legittimi d’Albon, fino a quel punto repressa e contenuta, si scatenò allora colla brutale avidità delle questioni di interesse dove ogni sentimento gentile fa naufragio, e non potendo toglierle la meschina pensione di cento scudi, iscritta sul testamento della contessa, si appropriarono una somma in denaro che ella stessa le avave regalato negli ultimi istanti e che la Lespinasse, troppo ingenuamente, fece palese. Un dubbio soprattutto turbava i d’Albon, ed era quello che fondandosi sul fatto di essere nata mentre il conte d’Albon viveva ancora, Clara non tentasse le vie dei tribunali per avere una parte della lauta successione di famiglia. È a questo scopo che, trincerandosi dietro un movimento di apparente pietà, sua sorella, maritata al marchese di Vichy Chamrond le aperse la propria casa.