Pagina:Neera - Il secolo galante, Milano, 1906.djvu/65


madamigella aïssé 59


l’anima; sentirla, intuirla fra le tenebre e Terrore, ecco ciò che è bello, ed ecco la nota caratteristica della povera schiava, che un gioco del destino aveva balzato dalla semplice culla nativa nel mondo più stolidamente e più ciecamente corrotto, di una corruzione senza grandezza, che a lei, per atavismo di razza, doveva apparire anche più meschina.

Nelle condizioni di madamigella Aïssé un matrimonio non sembrava molto facile; pare che qualcuno avesse pensato a chiederla in moglie nel primo fiorire della sua giovinezza, perchè il signor Ferriol, rispondendo a una lettera di sua cognata, osservava che la fanciulla era molto giovane, ma pure, se il partito fosse buono, conveniva accettarlo. Si potrebbe tuttavia soggiungere che la riflessione sull'età è per lo meno singolare in un tempo in cui le fanciulle di quattordici, di tredici e perfino di dodici anni prendevano marito. (L’esempio veniva dall'alto: Maria Adelaide di Savoia non li aveva neppure dodici anni quando andò sposa al duca di Borgogna). Propendo a credere invece che il partito fosse meno che mediocre o, meglio ancora, che esistesse solamente nel desiderio della signora Ferriol.