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58 | madamigella aïssé |
quanto violenta la situazione possa essere, un’attrice non deve mai dimenticare che la modestia e il ritegno sono indispensabili. Ciò sorprende da parte di una donna che viveva così prossima alla corte di Filippo d’Orléans, e il motteggio di Voltaire che disse di lei: «Cette Circassienne est plus naive qu’une Champenoise,» uscito dalla bocca di quel grande cinico, è il migliore elogio che le si potesse fare.
Si, madamigella Aïssé era ingenua; lo era ad onta di tutto. Aveva quella vera ingenuità che proviene da un cuore sensibile e da un rispetto innato per la virtù. Tutto ciò che vedeva intorno a lei la feriva senza macchiarla. Giudicava forse che non si potesse cambiare uno stato di cose al quale tutti si adattavano con tanta compiacenza, ma per suo conto ne soffriva, e questa impressionabilità morale, dato i tempi ed i luoghi, può servire di pietra di paragone per quello che sarebbe stata la sua coscienza diversamente illuminata. Inneggiare una verità quando è già riconosciuta da tutti e che la si respira, sto per dire, coll’aria, non è una grande prova in favore del-