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ci scoraggeranno troppo. Sono convinta che riunendo le biografie di una quantità di sconosciuti, vissuti e morti senza celebrità alcuna, ma grandi per meriti intrinseci di sentimento e di carattere, si avrebbe un buon libro di più.

Non vorrei che il proemio mi portasse più lungi di quanto merita l’argomento che sto per trattare, quantunque sarebbe una prova in favore dello sviluppo che possono prendere, strada facendo, alcune idee umili umili. Certo madamigella Aïssé, che si riteneva una grande peccatrice, sarebbe la prima a meravigliarsi dell’importanza data alla sua modesta ed oscura esistenza. Diciamo dunque subito che non si tratta di una donna illustre nè per casato, nè per ingegno, nè per singolare fortuna, e forse molti fra i miei lettori ascoltano questo nome per la prima volta, non avendo esso varcato le Alpi insieme all’eco gioconda e galante degli scandali che resero celebre il secolo precedente al nostro.

Il conte di Ferriol, ambasciatore straordinario di Luigi XIV alla Porta Ottomana, in uno de’ suoi lunghi soggiorni in Oriente, e precisamente verso