Pagina:Neera - Il secolo galante, Milano, 1906.djvu/48

42 introduzione


grande cultura non era che la pronta ancella di una intelligenza spontanea e piena di fuoco. Tutta l’anima gli veniva allora negli occhi e sulle labbra». Così dice di lui un amico; ma anche forzati a giudicarlo dai soli scritti, basta leggere le lettere a Falconet e quelle a madamigella Voland perchè da queste pagine famigliari si vegga sgorgare appieno la genialità. Genialità che resiste alle prove, talvolta molto dure, cui sono costrette tutte le nostre opinioni sulla decenza e sulla convenienza e che ci fa comprendere alla fine l’attitudine sorprendente di Caterina II, che pur di godere la sua conversazione si lasciava pizzicare i ginocchi e sbattere in faccia la parrucca. È ben vero che Caterina II era molto dei suoi tempi, ma infine si tratta di una imperatrice! Brutale dunque negli atti, senza freno nella parola, marito di una donna e amante di un’altra, ma con tutto questo tanto alto fra contemporanei per l’ampia, profonda, schietta facoltà d’amare!

Nato da una famiglia di coltellinai a Langres, in Sciampagna, aveva disertata la professione che da un secolo i Diderot si trasmettevano di padre