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introduzione 33


morta la prima sposò la seconda sorella — era una soave creatura che Diderot ci mostra curva sul telaio da ricamo, in una attitudine modesta e graziosa, arrossendo, con amabile imbarazzo alle ardite argomentazioni della sua terribile madre e non occupandosi affatto di prendere il bastone del comando, galleggiante, abbandonato nel flusso e riflusso di quella marea torbida.

Curiosissima l’ospitalità patriarcale di quel secolo, dove la maggior parte di coloro che non avevano da mangiare in casa propria trovavano sempre, o sotto un titolo o sotto un altro, il modo di stabilirsi in casa altrui. Il piccolo castello di Mayac, per esempio, proprietà della famiglia d’Aydie che non era molto ricca, vedeva arrivare qualche volta all’ora del pranzo una comitiva di dodici o quindici commensali improvvisati; i giovani a cavallo, i vecchi in lettiga, ciascuno accompagnato da due o tre persone di servizio. La brigata entrava rumorosamente nelle sale intanto che in cucina si spennacchiavano alla lesta polli, si rompevano uova, si improvvisavano focaccie, e le cataste di legna si ammucchiavano scoppiettando sotto